di Patrizia Ferri in Catalogo dell’omonima mostra, Chiesa San Carlo, Spoleto, 1995 |
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Farfalla, 1974 |
Di una bellezza inconsapevole, mai esibita o accomodante, le opere di Ettore Consolazione, piuttosto di una certa, severa irriducibilità di fondo, – recalcitranti anche ad ogni facile etichetta – che si stempera in sospensione malinconica, avvolte nel silenzioso incantesimo di un'ironia leggera. Una leggerezza che coglie la pelle e 1'anima delle cose, oggetti e figure restituiti in un'assenza carica di significato di ascendenza metafisica, sfiorando con distacco i profondi e primari problemi della vita e della morte. Il libro bianco, Il Paradiso, La Crocifissione sono un gruppo di lavori dei primi anni Settanta – mentre La città di Dio è dell'inizio del decennio seguente, ma in linea consequenziale di ricerca – quando 1'artista si affida essenzialmente a stoffa e gommapiuma nella creazione di un teatro di figure simboliche e a loro modo polemiche, in una dimensione sospesa tra favola e sogno. Testimoni di una fase culturale che da una parte abilita 1'Occidente a ragionare in assenza degli oggetti, sulla scorta del pensiero orientale, dall'altra riporta 1'accento sulla persona dell'artista, operatore-estetico, come su quella dello spettatore-fruitore attivo. Consolazione procede, in quegli anni, in una direzione che tende ad avvicinare la prospettiva dell'opera con lo spazio del comportamento, un comportamento non strettamente fisico e corporeo, quanto ideazionale, e per questo assimilabile a un aspetto del teatro, dove il soggetto secondo un armamentario simbolico estende la propria azione anche sull'invisibile. L'esercizio di una tranquillizzante azione a favore di una sinergia tra le varie manifestazioni dell'ambito artistico ed estetico, e inoltre riconducibile al concetto barocco di un'unità delle arti che catturi 1'osservatore: "Nel tema spazio-suono-immagine" scrive 1'artista "verifico 1'integrazione totale dello spazio-architettura, dove il suono e '1'immagine' del suono siano gli elementi che definiscono la struttura ambientale, cosi da creare una concezione spaziale pura dove 'lo spettatore' percependo e 'vedendo' il suono, come energia irradiante, sia inglobato in una attivazione nuova e aperta." |
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Lo strumento privilegiato del comportamentismo concettuale, di quella ricerca cioè, che manipola il mondo in sua assenza, in senso virtuale-immaginario, e il libro: luogo di espansione delle peculiarità 'poetico-intellettive' sulla base di una ridotta pedana di lancio estetico. E' Leibniz, che nelle sue elaborazioni filosofiche dell'idea di 'Libro totale', sogno condiviso da Mallarmé, "comincia a usare il vocabolo 'leggere' come 1'atto interno alla regione privilegiata della monade e insieme come l'atto di Dio in tutta la monade stessa" (G. Deleuze).
Il libro come mezzo più antico per fissare il tempo, vero e proprio contenitore di materia-tempo, coniuga emblematicamente un'idea dialettica (molteplicità-unità, inclusione-dispersione-continuazione), relativa alla realtà come divenire costante, che in quanto tale comporta 1'agire dell'individuo con tutte le relative implicazioni politiche e sociali. 1l libro bianco e una delle opere più belle di Consolazione, un oggetto assolutamente desiderabile: una forma di tela, morbida, rigonfia e inquietante se chiusa, che richiama alla mente una serie di associazioni mitiche tra stoffa e femminilità, ventre, uovo, cuscino, che sfogliato apre ad una successione di fotografie ritratto dell'autore stesso. L'immagine secondo una procedura che ricorda quella dell'animazione dei cartoons, sbiadendo via via apre gradualmente gli occhi, nel recupero di un'autentica, interna, non più fittizia verità, mediante una durata che chi guarda si trova a ricostruire, lasciandosi insieme trasportare nella dimensione rarefatta e incisiva, invitante e impalpabile del riposo e del silenzio. |
Libro, 1973 |
L'attenzione e risucchiata dolcemente e spostata verso lo stato modificato, significante del sogno. Il lavoro dell'artista sui sogni, che può essere emblematicamente rappresentato da Il Sogno di Costantino del 1982, non assume mai l’esplicitezza di immagini univoche e schematiche, avvalendosi al contrario di una capacita di spostamento che lo svincola dall'approdo formale definitivo, oscillando dalla dilatazione come filtro e distanza, al riavvicinamento mediante il contatto della pittura sulla stoffa o sulla terracotta combinate insieme in paesaggi irreali o escrescenze vegetali. L'arte per Ettore Consolazione assume la mobilità del divenire, peculiarità della filosofia taoista del mutamento, e un aspetto transitorio dell'esistenza, retto da una sorta di disinganno e ironia. Fuori dal suo ruolo dogmatico e assertivo, come da ogni sacralità e misticismo si pone sotto il segno di una religiosità laica che ne designa lo statuto di sopravvivenza come una delle possibili forme di spiritualità dell'uomo contemporaneo, che certo non la esime dai suoi obblighi di incidenza nel tessuto concreto della realtà. La sua praticabilità per l'artista non e esente da un senso di perplessità relativa alla consapevolezza ultima dell’insondabilità dell'enigma dell'arte e del segreto della vita. |
Libri, 1974 |